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«Nel garbo raffinato della persona, nella misura dei gesti e della parola, nella sobrietà e discrezione del rapporto umano si rispecchiava, con naturale autenticità, lo spirito aristocratico di Raffaele Sbrescia. Era questa la percezione di chi lo incontrava ed è il giudizio unanime che emerge dalle belle testimonianze raccolte, con amorevole cura filiale, in questo libro. Nel volto la virtù, dicevano gli antichi Romani. Questa simbiosi accade quando cultura, valori e principi etici diventano sostanza nella vita delle persone. Non v'è dubbio che Raffaele Sbrescia rientri in questa sfera di figure eminenti che diventano anche punto di riferimento obbligato di ogni comunità [...] A cinque anni dalla sua scomparsa la pietas filiale di Lucia, Daniela e Vincenzo ha inteso rievocarne la memoria [...] Ma questa rievocazione va ben oltre il ricordo famigliare. Essa diventa memoria storica di un'eminente personalità che ha lasciato una traccia indimenticabile nell'amministrazione pubblica e nella realtà irpina che ci interpella ancora» (tratto dalla prefazione del Presidente dell'ANIMI On. Prof. Gerardo Bianco).